Il prigioniero di Zenda

Il prigioniero di Zenda

16,00

Finalmente ripubblicato, in una nuova e aggiornata traduzione, uno dei classici della letteratura inglese di fine ‘800.
Un’avvincente storia di complotti dinastici, battaglie all’ultimo sangue, duelli e avventure romantiche dove le componenti mystery e thrilling sono assai ben rappresentate e la suspense rimane sempre altissima fino all’ultima pagina.

2 disponibili

Amore, intrighi di corte e avventura in un classico della letteratura

Rudolf Rassendyll, un turista inglese, giunto a Strelsau, capitale della Ruritania, casualmente incontra il principe ereditario Rudolf V, di cui scopre di essere il sosia.
Alla vigilia dell’incoronazione, però, il futuro re, vittima di un complotto di corte, scompare misteriosamente.
Tocca così al giovane gentiluomo inglese, con l’aiuto di alcuni fedelissimi e in virtù della sua provvidenziale somiglianza col re, sostenere le sorti della corona e debellare il complotto. Le cose però si complicano quando il giovane Rassendyll conosce la principessa Flavia, promessa sposa al principe ereditario…
Un romanzo di cappa e spada – con tanto di scambio di persona, intrighi di corte, una grande storia d’amore e un audace salvataggio – che ha entusiasmato intere generazioni di lettori.
Più volte oggetto di trasposizioni cinematografiche, Il prigioniero di Zenda è a tutti gli effetti un classico dei libri d’avventura e, in tal senso, la sua avvincente storia ha generato molteplici imitazioni e ispirato uno specifico genere letterario noto ai più col nome di romanticismo ruritano.

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Anthony Hope (1863 – 1933), avvocato, praticò l’attività forense sino al 1894 anno in cui decise abbandonare la professione e di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Scrittore prolifico, soprattutto di romanzi d’avventura, è ricordato soprattutto per Il prigioniero di Zenda (1894) e il suo sequel Rupert di Hentzau (1898). I due romanzi sono ambientati in un piccolo paese immaginario contemporaneo, la Ruritania, collocato nell’Europa centrale e fortemente legato alla tradizione.

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Dal blog di Annarita Magri, curatrice del volume

Intervista a Sua Altezza, la Principessa Flavia di Ruritania

– Altezza Reale, il vostro nome, prego?
– Principessa Flavia della dinastia Elphberg di Ruritania; il resto dei miei appellativi è un po’ troppo lungo per queste pagine…
– Chiedo scusa: il Vostro nome, Flavia, ha a che fare con il colore della tipica capigliatura degli Elphberg? 
– Ovviamente: tutti gli Elphberg hanno capelli ramati.
– Rudolph Rassendyll, nel Prigionero di Zenda, vi descrive così: “una ragazza pallida e graziosa, con il viso incorniciato da un’aureola (…) di capelli degli Elphberg”. Più in là, vi definisce la “ragazza più bella che avessi mai incontrato”. Vi riconoscete in questa descrizione?
– Oh, il mio Rudolph! Certo. Una donna innamorata si rispecchia sempre negli occhi del suo amato. Ma lasciatemi aggiungere che non mi sento affatto così bella: mi sento tale solo grazie a lui.
– Quali sono i vostri principi?
– L’onore…e la dedizione per il mio popolo. Questo al di sopra di tutto.
– E l’amore?
– “Se l’amore fosse tutto…”
– Chiedo scusa, Altezza Reale, ma l’amore non è “tutto”?
– Mi piacerebbe pensarla così, come tanti; ma non sempre ciò è possibile, temo.
– Perdonate la mia indiscrezione: ma non arriva anche per Voi il momento in cui l’amore diventa tutto?
– Per saperlo, dovete leggere i sequel del Prigionero di Zenda: Rupert di Hentzau, innanzitutto, ma anche Ritorno a Zenda. Attualmente, sull’argomento non posso essere esplicita (nota dell’intervistatore: qui la principessa ha avuto un lampo di sorriso malizioso).
– Il “cattivo” del romanzo è Michael, duca di Streslau, il figlio di secondo letto del defunto re di Ruritania e vostro cugino. Potreste dirci qualcosa su di lui?
– Posso parlare in tutta franchezza?
– Ma certo, Altezza!
– Ebbene… personalmente, “me ne infischio di dove si trovi il duca di Strelsau”.
– Dopo questa quanto mai esauriente risposta, vorrei insistere sul ritratto di un altro “cattivo” del romanzo, il celeberrimo Rupert di Hentzau: il Vostro pensiero in proposito?
– L’ho visto di sfuggita, qualche volta, ma…
– Ma?
– Ecco, non posso dimenticare che aveva dimostrato una notevole ammirazione per il mio aspetto. Anche se Rudolph non ha apprezzato questo, no di certo (poi, sussurrando) era geloso… Quanto mi sono divertita a scoprirlo!
– In alcune recensioni al romanzo, il Vostro carattere viene definito piatto e privo di spessore. Che cosa potete rispondere in proposito? 
– Non c’è alcun bisogno che io risponda. Di solito, quando le persone si esprimono in modo sconveniente verso gli altri, stanno pensando a loro stesse.
– Tuttavia, nella saga, si assiste all’evoluzione del vostro carattere? 
– Certo! Ma non sta certo a me anticiparlo qui.
– Un’ultima domanda, Altezza Reale: cosa potreste raccontarci della Vostra indimenticabile storia d’amore con il gentiluomo inglese Rudolph Rassendyll?
(con occhi rapiti):
Lui descrive il suo momento clou così: “I teneri suoni della notte fecero del mio corteggiamento una melodia senza parola, mentre premevo le mie labbra sulle sue”….Ma per questo argomento, credo non basterebbero altre dieci interviste!

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Autore

Anthony Hope

Titolo

Il prigioniero di Zenda

A cura di

Annarita Magri

Collana

Narrativa

Pagine

208

Formato

14 x 20,5 cm

Rilegatura

brossura

Peso 0.252 kg