Facezie d’altri tempi
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Detti arguti, scherzi, motti di spirito e altre piacevolezze del Rinascimento.
In un’unica agile opera una selezione del meglio della produzione del tempo.
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Florilegio di detti arguti, scherzi e piacevolezze del Rinascimento
Probabilmente non vi è nulla di più umano del riso.
Aristotele sosteneva che l’uomo si distingue da tutti gli esseri viventi per la propria capacità di ridere, dunque essere uomo significa anche saper ridere.
Si diceva un tempo che il riso abbonda sulla bocca degli stolti, ma forse, a ben vedere, si potrebbe dire che è vero esattamente l’inverso. Non solo ridere giova alla salute del corpo e dello spirito, ma è una dote ormai molto rara che è espressione di una sana intelligenza di vita.
La facezia è un vero e proprio genere letterario costituito da aneddoti, motti arguti, detti e massime, un genere che nel Rinascimento ebbe un particolare sviluppo perché rispondeva a un bisogno ludico di socialità proprio di quella civiltà.
I libri di facezie in quel contesto si configurarono infatti come una specie di zibaldone di idee e di fatti provenienti da tanta letteratura e tanta vita sociale e furono spesso utilizzati come una sorta di repertorio a cui attingere per animare la conversazione.
Il libro raccoglie in un’unica agile opera una selezione ragionata del meglio della produzione di quel tempo.
Autore | Marco Mari (a cura di) |
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Titolo | Facezie d’altri tempi |
Sottotitolo | Florilegio di detti arguti, scherzi e piacevolezze del Rinascimento |
Collana | Piccola Biblioteca del Sorriso |
Pagine | 168 |
Formato | 13,5 x 20,5 cm |
Rilegatura | brossura |
Peso | 0.200 kg |